Mercoledì, 09 Giugno 2021 09:03

Progetto i-Code: a che punto siamo?

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Quali fasi del progetto i-Code sono state svolte? In che modo? Quale metodologia è stata scelta per lo sviluppo e la collaborazione? Chi sono i nostri collaboratori? E come i bambini sono stati coinvolti come piccoli ricercatori?

Negli ultimi post dedicati al Progetto Scuola, vi abbiamo raccontato cos’è il pensiero computazionale, e l’importanza di promuoverne i fondamenti già a partire dalla scuola dell’infanzia. La narrazione è stata invece la protagonista dell’ultimo articolo, nel quale abbiamo sottolineato la rilevanza di questa metodologia e i suoi molti punti di forza.

Nell’articolo di oggi vogliamo proseguire la riflessione collegando queste due tematiche, iniziando a presentare il progetto i-Code, la strada già percorsa e le prossime tappe in programma.

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Come favorire e sviluppare il pensiero computazionale nei bambini?

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Narrazione a scuola: per un approccio olistico all’educazione

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Iniziamo prima però da una domanda:

Che cos’è i-Code?

I-Code è un sistema di coding tangibile e collaborativo orientato alla narrazione, pensato per i bambini dai 3 agli 8 anni. Il progetto ha l’obiettivo di sviluppare un prodotto in grado di supportare i bambini della scuola dell’infanzia e della scuola primaria all’avvicinamento al coding, ossia il linguaggio della programmazione, introducendoli al pensiero computazionale attraverso un approccio ludico. Le attività di programmazione sono inserite all’interno di una cornice più ampia, dove la collaborazione, la narrazione e la tangibilità sono fondamentali.

 Scopri di più nell’articolo “Come favorire e sviluppare il pensiero computazionale nei bambini?”

Il coding è stato recentemente definito come la quarta abilità di base, insieme a leggere, scrivere e calcolare e, come abbiamo già anticipato, a partire dal 2022 il suo insegnamento diventerà obbligatorio nella scuola dell’infanzia e nella scuola primaria. Queste attività favoriscono lo sviluppo delle abilità logiche e del problem solving creativo, e possono apportare un significativo contribuito per i ragazzi al fine di vivere consapevolmente nella società digitale del futuro.

I nostri partner e la metodologia

Abbiamo rivisto gli elementi principali alla base di i-Code, e alcune tra le ragioni per le quali è importante avvicinare i bambini a questa disciplina. Nella seconda parte dell’articolo presentiamo i partner di progetto, i collaboratori, e racconteremo le tappe raggiunte e le prossime in programma.

La metodologia prescelta, che guida il processo di sviluppo di tutto il progetto, è il co-design. Questo approccio collaborativo alla progettazione di nuove soluzioni ha permesso di condividere e lavorare fin da subito con i nostri consulenti esterni (il gruppo di ricerca FBK-i3, Coopselios e U-Hopper), e perfino con gli utenti finali (insegnanti e bambini della scuola dell’infanzia).

Il gruppo FBK-i3 (Intelligent, Interfaces and Interaction), della Fondazione Bruno Kessler, è il nostro consulente esperto della metodologia del co-design e del design centrato sull’utente (User Centered Design - UCD, (Lowdermilk, 2013). Quest’ultimo approccio pone al centro i bisogni e le esigenze degli utenti finali, fin dalle prime fasi del processo. Il co-design e l’UCD insieme permettono di ispirare la progettazione, facilitando la generazione di nuove idee e nuovi concept design, allargando la partecipazione ai momenti di creatività non solo al gruppo di sviluppo.

Coopselios, è un ente di Reggio Emilia titolare di numerosi servizi educativi per l’infanzia (0-6) dislocati nel nord Italia ed è il consulente pedagogico del progetto. A partire dall’approccio di Reggio Children (si veda Edwards, Gandini, Forman, “I cento linguaggi dei bambini”, Ed. Junior 2010) l’attenzione di Coopselios è da sempre posta sullo sviluppo dei linguaggi e delle nuove modalità comunicativa, sulla creatività, l’utilizzo consapevole delle tecnologie già in età infantile - media education - e una ricerca attenta dell’innovazione pedagogica dove i bambini e i loro bisogni sono al centro dell’esperienza.

E quindi? A che punto siamo?

La prima fase di lavoro è stata rivolta all’analisi dello stato dell’arte delle soluzioni e degli approcci di coding già presenti nel mercato, identificandone le caratteristiche fondamentali, in relazione a quelle peculiari e distintive del progetto i-Code rispetto alla concorrenza (approccio narrativo, tangibilità degli elementi e quindi non solo interazione touch con i dispositivi, modalità di collaborazione con gli altri bambini durante le attività).

Nella seconda fase invece è stato definito, in sinergia con Coopselios, il modello di apprendimento alla base di i-Code - partendo dall’analisi di alcune tra le migliori pratiche svolte di coding e digital storytelling - ed è stata disegnata una bozza dello spazio di design di i-Code. Già in questa fase, svolta fra febbraio e marzo 2021, sono state incluse nel progetto di co-design le pedagogiste e le atelieriste, con interventi di gruppo e questionari a domande aperte.

Successivamente, con la collaborazione di FBK-i3, sono stati organizzati incontri “intensivi” di co-design, non solo con il nostro consulente pedagogico, ma anche con gli enti scolastici locali in Provincia di Trento: la Federazione Provinciale delle Scuole Materne (FPSM) e il Servizio Attività Educative per l'Infanzia della Provincia Autonoma di Trento. Con tutti loro è stato intrapreso uno scambio molto attivo e dinamico, anche attraverso sperimentazioni con i bambini, che hanno apportato riscontri e contributi davvero preziosi per lo sviluppo del progetto.

Durante questi incontri sono stati definiti vari aspetti: dal setting tecnologico/educativo, all’ideazione delle tessere “tangibili” di programmazione, dal linguaggio utilizzabile (vocabolario delle “primitive/comandi” di i-Code) all’applicazione del coding narrativo. Al termine di questa fase di co-design, si è giunti ad un primo mockup di tipo “unplugged” di i-Code (realizzato su carta, senza ancora l’interazione con la tecnologia). Come previsto nella metodologia e nel piano di progetto, il mockup è stato sperimentato direttamente con i bambini delle scuole dell’infanzia: in tre scuole seguite da Coopselios e una della FPSM. I bambini sono quindi stati coinvolti nell’ideazione di i-Code, vestendo i panni di ricercatori e co-designer, sperimentando e testando il primo prototipo insieme alle insegnanti. Grazie anche alle loro osservazioni, ai loro feedback e suggerimenti emersi, è in corso d’opera la definizione della strada maestra per lo sviluppo del progetto. Questa fase di sperimentazione del mockup nelle scuole proseguirà fino alla fine di giugno, mentre i primi prototipi verranno sperimentati a partire dal prossimo anno scolastico.

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